Le cappe chimiche a ricircolo o a filtrazione molecolare sono cappe da chimica dotate di gruppi filtranti a bordo macchina, che riciclano l’aria filtrata tramite espulsione all’interno del locale, senza necessità di canalizzarla all’esterno, come avviene nel caso delle cappe chimiche a espulsione totale. Diversi modelli di cappe a ricircolo sono comunque predisposti per la canalizzazione all’esterno dell’aria filtrata espulsa.
Per garantire una maggior libertà di movimento rispetto alle cappe a ricircolo, si possono utilizzare i banchi aspirati e filtrati. Questi dispositivi non canalizzano l’aria all’esterno e possono essere utili per applicazioni specifiche.
I contaminanti dell’aria
Sono tre i principali di contaminanti presenti nell’aria: inerti, chimici e biologici. Per rimuoverli si utilizzano due tecnologie: la filtrazione assoluta in caso di polveri e microrganismi, e la filtrazione molecolare per i vapori nocivi. Le cappe aspiranti a carboni attivi si utilizzano soprattutto nei laboratori biologici: possono essere sfruttate in altri contesti, ottenendo vantaggi economici, solo se se ne conosce il corretto utilizzo.
Le cappe chimiche a ricircolo funzionano grazie a un sistema filtrante le cui caratteristiche possono variare da strumento a strumento. Conoscere questa componente tecnica è fondamentale sia per il personale che utilizza le cappe, sia per chi si occupa delle verifiche periodiche e della manutenzione. Grazie a una corretta formazione si evita un utilizzo improprio e si prevengono situazioni di pericolo. (artt. 71 e 73, D.Lgs. 81/08 e s.m.i.)
Come si sceglie il filtro?
Il filtro idoneo si sceglie in base alle caratteristiche chimico-fisiche e alla quantità di sostanze chimiche impiegate considerando anche il contesto ambientale. I produttori hanno quindi la responsabilità di indicare il tipo di filtro opportuno e corretto, sulla base delle indicazioni ricevute dall’utilizzatore (AFNOR NFX 15-211 – BS7989).