L’adozione di DPI specifici per la protezione delle vie respiratorie dovrebbe avvenire solo quando “i rischi non possono essere evitati o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro” (art. 75 del D.Lgs 81/08 e s.m.i.).
La norma tecnica UNI EN 529 stabilisce i criteri di selezione, uso e manutenzione dei dpi per le vie respiratorie. Gli APVR, ossia gli apparecchi per la protezione delle vie respiratorie, sono distinti in Facciali Filtranti, Semimaschere, Maschere intere e Respiratori isolanti o autorespiratori. Le prime tre tipologie sono APVR con sistema di filtrazione e non possono essere utilizzati con atmosfere ad alta concentrazione di contaminanti o con percentuali di ossigeno inferiori al 17%, poiché in queste situazioni è obbligatorio indossare autorespiratori.
I facciali filtranti sono personali e usa e getta: sono costituiti da materiale filtrante che copre naso e mento ed sono tenuti in posizione da elastici e da un dispositivo metallico che permette di adattarlo al profilo del naso. Possono essere dotati o meno di valvola di sfiato per facilitare l’espirazione e ridurre la formazione di condensa. Possono essere antipolvere, per vapori o combinati. In laboratorio si utilizzano prevalentemente facciali filtranti per polveri e aerosol a elevato fattore di filtrazione (FFP3) (UNI EN 149), mentre per gas e vapori nocivi si dovrà adottare una mascherina specifica per il tipo di inquinante dell’aria (UNI EN 405).
Sono contrassegnati con la lettera A i facciali filtranti per vapori organici e solventi, con la lettera B quelli specifici per gas e vapori inorganici, con P quelli per polveri, ecc. mentre un numero da 1 a 3 indica la capacità di filtrazione (per es. FFA2, facciale filtrante per soli vapori organici oppure FFA1P1 se combinato per polveri e vapori). I facciali filtranti vanno impiegati in caso di esposizioni di bassa entità, devono essere conservati lontano dalla fonte inquinante, utilizzati con prudenza indossandoli correttamente, cambiandoli a fine lavoro o non appena si percepisce l’odore della sostanza inquinante.
Le semimaschere (UNI EN 140) sono personali e riutilizzabili, essendo costituite da una parte in materiale flessibile riutilizzabile che copre naso bocca e mento e da uno o due filtri sostituibili destinati a trattenere polveri o vapori. Questo tipo di protezione è indicato per attività con esposizione di media entità (es. travaso solventi)
Le maschere intere (UNI EN 136) sono dispositivi riutilizzabili che coprono completamente il volto. Hanno una struttura flessibile che aderisce al viso, una visiera trasparente e uno o due gruppi filtranti costituiti da cartucce intercambiabili. Questo tipo di maschera è indicato sia per esposizione di medio/alta intensità, sia in caso di rischio di irritazione degli occhi (es. travaso formaldeide).
I filtri utilizzati su maschere e semimaschere sono caratterizzati da un codice colore specifico per i diversi inquinanti (es. marrone per vapori organici, grigio per vapori inorganici, verde per ammoniaca, bianco per polveri, ecc.)
Numeri da 1 a 3 definiscono la classe per efficacia di filtrazione, ossia la quantità di contaminante che riescono a trattenere: maggiore è la classe maggiore sarà la durata del filtro e il tempo di utilizzo. È possibile avere quindi filtri idonei per più inquinanti, come per es. un filtro A2K2B2 sarà idoneo per vapori organici e inorganici e per ammoniaca.
I filtri per gas e vapori hanno una scadenza fissa, indipendentemente dal fatto che siano stati utilizzati o meno. È indispensabile leggere con attenzione la documentazione del DPI fornita dal fabbricante per conoscere i limiti di esposizione e l’utilizzo in sicurezza.